SBK: Yamaha, l'anno della verità

Iwata schiera una R1 rivista e corretta e il contingente di piloti più giovane del campionato. Basterà per eliminare il falso storico di una grande Casa raramente protagonista tra le derivate di serie?

Mirko ColombiMirko Colombi

19 feb 2020 (Aggiornato il 20 feb 2020 alle 13:29)

La moto nuova


Presentata nello scorso autunno, la nuova R1 M somiglia tanto alla versione precedente. Lo schema motore è rimasto immutato: quattro cilindri in linea, scoppi irregolari, guidabilità e facilità di utilizzo da riferimento. Un’elettronica (dichiarata) simile a quella MotoGP, come il design. Tutto questo, nella versione standard, la stradale.

La trasformazione in SBK è costosa e complessa e deve essere indirizzata nella giusta via dello sviluppo. Chi svolgerà questo lavoro? Collaudatori giapponesi a parte, almeno uno dei piloti titolari dovrà prendersi la briga di fornire indicazioni utili al reparto corse e questo dovrà agire prontamente. A Gerno di Lesmo affermano che tutti i piloti schierati da Yamaha saranno ufficiali e assistiti dalla Casa madre, però, come sarà possibile dare retta a cinque teste diverse e, come detto, eterogenee?

Se ci fate caso, in quest’epoca, il motociclismo racconta di campioni “solitari”. Marc Marquez è l’unico forte con la Honda, Rea stravince con l’unica Kawasaki in vetta, Alvaro Bautista era il solo in rosso a far volare la Ducati, lo stesso Michele Pirro domina il CIV da anni... e la Yamaha? Quando si parla di SBK, è raro sentir dire: "Quest’anno la Yamaha dominerà il campionato e lo vincerà a mani basse" e i motivi possono essere diversi. Blasone meno pesante delle concorrenti, corridori poco carismatici e comunicativi (nonostante i vari Tom Sykes, Andrew Pitt, Scott Russell, Troy Corser, Marco Melandri, Cal Crutchlow ed Eugene Laverty, molti fans del Marchio rimpiangono ancora Haga, Colin Edwards e, addirittura, il compianto Fabrizio Pirovano) il marketing dell’azienda, molto elegante nel racing ma, probabilmente, poco tagliente.

Infatti, per il momento, le moto dei tre diapason non appaiono nelle liste preferenziali dei bookmakers, che ritengono la R1 carente in termini di potenza, accelerazione e velocità di punta. Però, si sa, le scommesse dal più alto valore e dalla grande rendita finale sono quelle impossibili da pronosticare e azzeccare a priori. Sarà così anche per il 2020 targato Yamaha?

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