Temi caldi
Nel dopoguerra, gli accessori e il mercato si sono evoluti seguendo le fasi vissute dal settore moto: ricostruzione, boom economico, l’arrivo delle Case giapponesi
Luigi Rivola
16 ago 2022
La larghissima diffusione di Vespa e Lambretta, sostenuta dal consistente e variegato impegno promozionale delle due grandi Case, Piaggio e Innocenti, mitizzò questi scooter e spinse i proprietari a spendere per assecondarne e sottolinearne il valore di status symbol, oltre che migliorarne l’efficienza e l’eleganza. Si cominciò dalla Vespa 98, per la quale furono presentati antifurto e sospensione posteriore, poi si verificò un’esplosione di proposte: dalla pedana poggiapiedi laterale per le passeggere sedute alla “amazzone”, a portapacchi e parabrezza, alla marmitta Abarth, al sidecar e ai tettucci della Longhi, alla radiolina portatile Allocchio Bacchini.
A fine anni Cinquanta arrivò il miracolo economico e con esso la possibilità per le famiglie italiane di accedere a beni prima inaccessibili, come l’automobile. Adorata per un decennio, la moto dovette cedere il passo all’utilitaria a quattro ruote e per le industrie europee del settore la crisi fu pesantissima. Tantissime chiusero i battenti. Per qualche anno gli scooter “tirarono” ancora, ma furono soprattutto i ciclomotori a salvare molte fabbriche di moto e accessori: i quattordicenni degli anni Sessanta per i loro fantastici “motorini” supersport volevano prestazioni ben oltre quelle concesse dal Codice della Strada, e i kit di truccatura fiorirono, sostituendo gli accessori progettati per le moto economiche che nessuno voleva più.
Il boom del ciclomotore sportivo fu un’anticipazione – incompresa dalla maggioranza degli industriali europei – del cambiamento che si prospettava per il mercato: la moto per tempo libero, divertimento e sport, bella, potente, veloce, comoda e non necessariamente economica. Lo intuirono invece i costruttori giapponesi, che dal 1970 conquistarono i motociclisti di tutto il Mondo con le loro meraviglie a due ruote.
Le prestazioni di queste nuove moto richiedevano telai stabilissimi, componenti di ciclistica raffinati, personalizzazioni estetiche studiate con cura, scarichi e silenziatori efficienti e aggressivi. I loro piloti cercavano abbigliamento consono: stivali, tute di pelle, giacconi e pantaloni comodi e impermeabili, caschi. Per il turismo arrivarono i borsoni da serbatoio e le valigie laterali staccabili, infine, nell’era dei telefoni cellulari, anche gli interfoni e i navigatori satellitari. Ma questa è attualità…
4 di 4
Le notizie più importanti, tutte le settimane, gratis nella tua mail
Loading
Abbonati all’edizione digitale e leggi la rivista, gli arretrati e i contenuti multimediali su tutti i tuoi dispositivi.
Abbonati a partire da € 21,90