La Malaguti, che da aprile aveva fermato la produzione, ha presentato richiesta di mobilità per 160 dipendenti; in azienda ne restano solo 17 per la gestione della parte commerciale, essenzialmente i ricambi. Significa, tristemente, essere prossimi alla chiusura, poiché nonostante i numerosi contatti non c’è un acquirente dell’azienda. La famiglia Malaguti non sembra interessata a cedere nemmeno il marchio. A fine ottobre scadrà la cassa integrazione straordinaria e a novembre cominceranno i licenziamenti per cessazione parziale dell’attività: la procedura è già stata avviata. I sindacati non hanno accettato la richiesta di mobilità ma ancora non è stata fatta la convocazione per il tavolo di crisi presso la Regione. «Ormai il tempo a disposizione è molto poco e abbiamo il timore che ci siederemo attorno al tavolo quando l’azienda avrà già chiuso da un pezzo – è l’allarme lanciato da Giuliana Righi, della FIOM –. È chiaro che noi non possiamo accettare l’ipotesi della mobilità, bisogna muoversi per tentare di mantenere in vita l’azienda».
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