Badovini, all’inferno e ritorno

Il biellese era rimasto a “piedi” alla fine della scorsa stagione. Poi è arrivata la chiamata in Supersport con la Honda del Team Lorini. E una vittoria a Sepang che ha il gusto del miglior riscatto

Badovini, all’inferno e ritorno

Federico PorrozziFederico Porrozzi

16 mag 2016

E’ stato uno dei talenti più promettenti del motociclismo italiano. Tra i protagonisti della Superstock 1000 dei primi anni Duemila (categoria di cui riuscì a vincere il titolo iridato nel 2010 con nove trionfi su dieci gare disputate), ha corso sei stagioni in pianta “stabile” anche nel mondiale Superbike con Kawasaki, BMW, Ducati e Bimota, centrando due podi (terzo posto nel 2012 in Inghilterra con BMW e nel 2013 in Russia con Ducati) come migliori risultati. 

UOMO BMW - Alla fine della scorsa stagione, passata nel mondiale Superbike con la BMW Motorrad Italia (quinto posto in gara due a Imola e in gara uno a Donington come top score), la filiale nazionale ha annunciato il ritiro dalle corse e il piemontese è rimasto a piedi. Tanti i contatti con le altre squadre durante l’inverno ma nessuno concreto: la stagione 2016 del mondiale Supersport e di quello Superbike parte senza Ayrton nell’elenco degli iscritti in pianta stabile. 

OCCASIONE D’ORO - L’occasione, però, arriva dopo tre round ed è di quelle da non lasciarsi scappare. Dopo aver provato l’australiano Glenn Scott e il tedesco Kevin Wahr, il Gemar Baloons – Team Lorini decide di puntare, dalla gara di Assen, sul talento italiano. Badovini accetta di rimettersi in gioco in una categoria in cui non aveva mai corso prima: in Olanda, la sua Honda blu si fa subito notare tra i primi posti e alla fine il piemontese chiude settimo mentre a Imola va leggermente “peggio”: nono ma comunque nella top ten. 

CAPOLAVORO - In Malesia, il capolavoro: nelle tre sessioni di libere su pista asciutta risale dal quattordicesimo al settimo posto, nella Superpole1 riesce a centrare uno dei due ingressi utili per giocarsi le prime dodicii posizioni delle prove e nella Superpole2 chiude sesto, conquistando la partenza dalla seconda fila.
Una scalata che rischiava di fermarsi la domenica, quando sul circuito malese è caduta per la prima volta la pioggia. Un rebus per tutti ma non per Ayrton, bravo  a sfruttare al meglio la sua attitudine di guida con asfalto bagnato e, dopo una rimonta da manuale, a passare sotto la bandiera a scacchi in prima posizione, davanti all’idolo di casa Khairuddin, per soli 5 centesimi di secondo. 

Grazie a questo risultato, si prospetta tutto un altro 2016 per Ayrton. Da Donington, sarà di nuovo uno di “quelli” da tenere d’occhio. La Supersport ha trovato un nuovo protagonista.

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