SBK Thailandia, gara 1: Rea, come da copione

I britannici dominano gara 1. Rea domina, Davies piega Sykes e Melandri, che deve dire addio al podio all'ultimo girmo, quando Tom lo beffa a pochi metri dal traguardo.

SBK Thailandia, gara 1: Rea, come da copione

Riccardo PiergentiliRiccardo Piergentili

11 mar 2017 (Aggiornato il 12 mar 2017 alle 14:00)

Dopo l'eccellente prestazione della qualifica Rea ha corso la gara che tutti si aspettavano. È partito in testa, ha gestito il pressing di Marco Melandri nei primi giri e poi, lentamente ma inesorabilmente, ha preso il largo, a suon di giri veloci, troppo veloci per gli altri, che non hanno potuto fare altro che osservare un puntino verde che si allontanava all'orizzonte.

SOLO DUE EMOZIONI - Gara 1 del round Thailandia è stata prevedibile e non particolarmante emozionante. Ci sono state solo tre manovre che hanno caturato l'attenzione: i sorpassi di Chaz Davies ai danni di Marco Melandri e Tom Sykes, ovvero la battaglia tra due eccellenti "staccatori", vinta dal pilota della Ducati; l'attacco (riuscito) di Sykes a Melandri. Marco è partito convinto di potere battere Rea e si è visto soffiare il podio negli ultimi metri di gara dal compagno di squadra di Jonathan, il dominatore degli ultimi mondiali, l'uomo che, nel 2017, dopo tre gare è a punteggio pieno (75 punti) e non sembra stancarsi neppure in Thailandia, dove il caldo afoso piega la maggior parte degli atleti.

REA È DI UN ALTRO PIANETA - "All'inizio della corsa ho perso tempo con Sykes, poi sono riuscito a passarlo, ho rimontato e ho ottenuto il migliore risultato possibile. Oggi Rea era inarrivabile." Sono queste le parole con cui Davies ha descritto la sua gara. "Sono contento per il podio e perché ho ottenuto il migliore risultato possibile, però dobbiamo migliorare". È stato questo il commento di Sykes, il più sorridente tra i britannici sul podio, forse l'unico che considera ancora le corse un'avventura meravigliosa, oltte che un lavoro. 

KAWASAKI, DUCATI E... - Guardando le gare dell'attuale SBK vengono in mente le stagioni in cui in MotoGP correvano le CRT e, all'interno della stessa categoria c'erano moto con livelli prestazionali molto differenti. Oggi, in SBK, le ZX-10R e le Panigale R hanno i piloti migliori e sono tecnicamente le moto più a punto, anche perché nei box ci sono i tecnici delle Case madri. Di fatto, le moto di Davies e Melandri ma anche quelle di Rea e Sykes, sono gestite dai Costruttori, rispettivamente in forma ufficiale e semi ufficiale e i risultati si vedono. Alle loro spalle le Yamaha stanno crescendo ma sono ancora molto, troppo lontane. Poi ci sono le Honda, nuove al 100% e ancora "acerbe". Per ora il loro problema è la MV Agusta di Leon Camier. Questo divario tra i primi della classe e il resto dello schieramento senza dubbio non aiuta a ottenere un grande spettacolo.

Qui potete leggere la classifica di gara 1 della SBK.

Qui potete leggere quello che è accaduto in gara 2.

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