MotoGP e Michelin: obiettivo credibilità

Nel 2023 le prestazioni delle Michelin sono state troppo altalenanti. Serve dare maggiore equilibrio ai valori in pista

Federico PorrozziFederico Porrozzi

20 nov 2023 (Aggiornato il 21 nov 2023 alle 09:49)

È stata una domenica fantastica per i nostri colori: tripletta Ducati e tre italiani sul podio, la bella storia di Fabio Di Giannantonio alla prima vittoria in top class (ma ancora senza una sella per il 2024, prima o poi qualcuno ci dovrà spiegare il vero motivo) e un Pecco Bagnaia che potrebbe aver fatto l’allungo decisivo verso la conferma mondiale.

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Del Qatar, poi, c’è il rovescio della medaglia. La pagina in chiaroscuro, se non addirittura nera. Non vogliamo neanche lontanamente pensare che Jorge Martin si sia ritrovato a correre con una gomma non performante a causa di un gioco deciso a tavolino. Perchè se così fosse, un problema del genere per noi del motociclismo sarebbe grave come le scommesse nel calcio o il doping nell’atletica. Perchè ne andrebbe della credibilità di un movimento. E di uno sport che deve, oggi più che mai, dare l’esempio di imparzialità ed equidistanza.

Per ora lasciamo perdere le congetture e stiamo ai fatti. E i fatti dicono che troppe volte, nel corso della stagione, abbiamo assistito a risultati altalenanti oppure troppo condizionati da gomme difettose o dai comportamenti imprevedibili. Lo stesso Bagnaia ha lamentato un problema nella Sprint del sabato di Lusail e nel corso della stagione almeno quattro-cinque volte è stato rallentato da coperture giudicate non perfette. Il 2023 è stato caratterizzato da troppi saliscendi a livello di prestazioni. Oltre a Bagnaia e Martin, pensiamo anche a Marco Bezzecchi, Enea Bastianini, Fabio Di Giannantonio e Luca Marini: tutti una volta al top e la volta dopo a centro gruppo (il fatto che siano tutti ducatisti è una coincidenza?). Se un pilota è da podio, può non esserlo sempre. Ma spesso, quello sì.

Dorna, FIM e Michelin devono correre ai ripari, trovando una soluzione che dia maggiore equilibrio e più coerenza ai valori in pista. Indipendentemente dai cattivi pensieri, restano le conseguenze: fornire una gomma non performante ogni tanto può essere un errore giustificabile. Ma se il numero di casi aumenta, si rischia di fare una brutta pubblicità al nostro sport. E male a tutti gli addetti ai lavori, ai partner che investono. E agli appassionati che lo seguono.

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