MotoGP, team radio: il parere dei piloti

Dopo il test effettuato da Bradl venerdì nelle libere, spazio oggi a nuove prove sul sistema di comunicazione via radio tra Race Direction e piloti. Ecco il parere di alcuni dei piloti

MotoGP, team radio: il parere dei piloti

Marco PezzoniMarco Pezzoni

15 set 2020 (Aggiornato alle 17:43)

Come aveva anticipato Carlos Ezpeleta venerdì dopo le prove libere, nella giornata odierna di test della MotoGP a Misano, è stato fatto un secondo esperimento sul sistema di comunicazione Race Direction-Pilota per aumentare la sicurezza in gara, con alcuni piloti della griglia MotoGP che hanno provato lo stesso sistema già testato da Bradl.

 

Vinales, Morbidelli e Rossi si schierano a favore dell’introduzione di questo sistema mentre Quartararo e Zarco sono un po’ più restii, sottolineando come debbano essere migliorati i messaggi sul dashboard e come eventuali messaggi radio possano venire disturbati dal rumore della moto. 

Perché sì


A volte è difficile vedere le bandiere gialle e la bandiera rossa - esordisce Maverick Vinales -. Quando siamo in uno stato di massima concentrazione, non sempre la vediamo”. Morbidelli gli fa eco dicendo che: “E' un buon sviluppo per il futuro e anche per la sicurezza. Vedremo se riusciremo a usarlo per altri messaggi o per far parlare il pilota”.

E anche Valentino Rossi, dall’alto della sua esperienza, promuove questo sistema, mutuato dalle corse automobilistiche: “È una buonissima idea. Nella mia carriera ho fatto tante gare di auto, lì tutti parlano con le radio, ed è veramente bello. È vero che in moto è un po' più difficile, però è bello essere in contatto con il box anche quando sei in pista, durante le prove, durante la gara, anche per una questione di sicurezza”. 

Perché no


Chi invece è un po’ più scettico sull’utilizzo del sistema di comunicazioni radio Race Direction-Pilota sono i francesi Zarco e Quartararo. Il pilota di Avintia ha detto: “Abbiamo già buone informazioni dai segnali mostrati ai piloti ogni volta che passano dai box.” Mentre il suo connazionale del team Petronas è stato un po’ più cauto, dicendo che: “E' già abbastanza difficile guidare senza che qualcuno ti parli”.

I commenti dei piloti della MotoGP si aggiungono ad un telegrafico “io non lo uso” di Jorge Martin sui suoi social alla domanda se avrebbe utilizzato o meno il sistema di comunicazioni radio. 

Insomma, pareri discordanti sull’utilizzo della tecnologia simil Formula 1 per aiutare i piloti nelle situazioni più difficili di visibilità di bandiere e pericoli. Per voi sarebbe una buona idea introdurre le comunicazioni radio nel Motomondiale? Fatecelo sapere nei commenti!

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