I tre anni che fecero grande l’Aprilia

Il primo successo di Reggiani, nel 1987, sublimò un lavoro cominciato da zero con Beggio e Verrini

I tre anni che fecero grande l’Aprilia

Luigi RivolaLuigi Rivola

Pubblicato il 15 settembre 2017, 11:42 (Aggiornato il 15 settembre 2017, 12:11)

PERSONAGGI E INTERPRETI: Ivano Beggio, fondatore e presidente della marca motociclistica Aprilia; Loris Reggiani, giovane pilota già vice campione del mondo della classe 125 su Minarelli, ora in forza alla Casa di Noale; Michele Verrini, personalità eclettica di alto livello, ex corridore di motocross/enduro, giornalista specializzato, esperto di marketing e di relazioni, amico e manager di Reggiani.

AMBIENTAZIONI DIVERSE: Firenze, Forlimpopoli, Noale, Motomondiale 1985-87, Galliano Park di Forlì 2017.

ANTEFATTO: l’Aprilia è una media azienda veneta dalle grandi ambizioni. Mentre altre fabbriche italiane di moto boccheggiano e sopravvivono a stento, il suo titolare, Beggio, mette in produzione modelli affascinanti per prestazioni, design e qualità, guadagnando ogni giorno nuove quote di mercato. E crede profondamente nelle corse come veicolo pubblicitario e d’immagine. Ha già ottenuto successi importanti nel motocross, ma è convinto che per crescere davvero sia indispensabile entrare nel grande giro, quello del Motomondiale. Ha coraggio – molti temono che si tratti di incoscienza pura, ritenendo che il confronto con i “mostri” giapponesi sia ormai improponibile – e un’occasione. La afferra al volo. L’occasione è una visita, a fine novembre del 1984, di Verrini (concessionario Aprilia a Firenze), che giunge a Noale con una specie di depliant, un prospetto a colori che ha fatto stampare e che mostra una motocicletta da corsa così come la vedono lui e Reggiani: una 250 nella cui vivace grafica spicca una grande “A”.

LA MOTO IN PARTE GIÀ ESISTE: ha la ciclistica derivata da quella della Kawasaki bicilindrica in tandem con cui Reggiani ha corso nella precedente stagione ed è pensata per un motore dello stesso tipo che la Rotax, azienda con cui l’Aprilia intrattiene stretti rapporti, ha già in catalogo per i piloti privati.

ARRIVA IL SI - «Il Presidente ascolta, guarda quei fogli stampati a colori e gli brillano gli occhi – racconta oggi Verrini – la tentazione è lampante. Mi congeda promettendo una risposta nel giro di una settimana. La telefonata arriva puntualmente: sintetica, una parola, due lettere. Sì”. L’Aprilia realizza il telaio e provvede a procurarsi un motore Rotax standard. Verrini organizza il Team CR1 con Reggiani e un reparto corse a Forlimpopoli, città del pilota romagnolo. Qui le forme e le grafiche proposte sulla carta diventano una piccola serie di codoni, serbatoi e carenature in fibra di carbonio, fabbricati da uno specialista di Firenze.

LA MOTO È COMPLETA: appena il tempo di provarla due volte in pista, a Misano e al Mugello, poi entra in una cassa, sale su un aereo e vola in Sudafrica dove, sul circuito di Kyalami, vicino a Johannesburg, è in programma la prima prova del Motomondiale 1985.
(...)
L’articolo completo su Motosprint in edicola fino al 18 settembre.

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