L'editoriale del Direttore: luci e ombre

Le prime arrivano dall’Aprilia, sempre più protagonista  della MotoGP. Le seconde dalla Suzuki, che potrebbe lasciare…

L'editoriale del Direttore: luci e ombre

Federico PorrozziFederico Porrozzi

Pubblicato il 10 maggio 2022, 19:16 (Aggiornato il 10 maggio 2022, 19:28)

Aprilia Racing, Aleix Espargaró e la RS-GP sono alcune delle note che fanno sorridere la MotoGP e la Dorna in vista della seconda parte della stagione e del futuro del campionato. Della crescita della moto di Noale ne abbiamo parlato, in esclusiva, con i tre protagonisti principali di questa “scalata” al vertice, ovvero Massimo Rivola, Romano Albesiano e lo stesso Aleix. Con una vittoria, altri due podi e un’ulteriore posizione da Top 5 su sei gare fin qui disputate, e la seconda piazza in campionato alle spalle di Fabio Quartararo (distante soltanto sette lunghezze), l’Aprilia può sognare in grande. E ha tutte le ragioni per farlo. Perché la vittoria in Argentina non è stata un exploit, un caso isolato. I podi di Portimao e Jerez sono lì a confermarlo. Sono frutto di un lavoro continuo, di una ricerca assidua e della rincorsa esasperata verso un obiettivo: puntare al vertice. 

Lassù, nella vetta più alta, è arrivata la Suzuki due anni fa. In modo quasi inaspettato. E, altrettanto inaspettatamente, adesso sembra volersi ritirare dal paddock.  Due stagioni dopo il titolo, alla fine di un anno in cui ha tutte le carte in regola per tornare a conquistare la tabella numero uno. Lasciando liberi di accasarsi altrove due talenti come Joan Mir e Alex Rins. Due bravi ragazzi. Facendo svanire in un attimo l’immagine del team più “pulito e autentico” del paddock e facendo sembrare lontanissimo il ricordo delle lacrime di gioia sul viso di Davide Brivio, subito dopo la vittoria del Mondiale del 2020. A proposito di Brivio, forse adesso si spiegano tante cose sul suo addio…

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