L'editoriale del Direttore: inarrestabile

Guardando Marc guidare, dal vivo e da vicino, capisci perché può raggiungere Rossi, Nieto e Agostini 

L'editoriale del Direttore: inarrestabile

Federico PorrozziFederico Porrozzi

24 set 2019 (Aggiornato alle 11:29)

Certe cose le percepisci anche se le guardi passare dal vivo a più di 200 all’ora a 10 metri di distanza. Sono sensazioni, qualcosa che l’occhio trasferisce al cervello anche se non puoi impostare il rallenty sul telecomando. Ad Aragón ho guardato le prove della MotoGP in due punti simbolo del tracciato: il “cavatappi” formato dalle Curve 8 e 9 e la staccata della Curva 16. La rapidità con cui Marc Marquez imposta la frenata, la violenza con cui si spinge dentro la curva aggrappandosi a una moto scomposta ma prigioniera di un binario immaginario e la sicurezza con cui apre il gas: è semplicemente spaventoso. 

Così come la differenza rispetto a tutti gli altri. Marc è un tutt’uno con la sua Honda. Con lui, il concetto di centauro si concretizza, è reale. E, oggi, è superiore anche quando la moto la parcheggia al box e si toglie il casco. Da Valentino Rossi ha imparato a sfruttare al meglio i media e la comunicazione e, ultimamente, è diventato un mago anche di strategia. Togliere Jorge Lorenzo alla Ducati per metterselo in casa, sapendo che guidare al limite una Honda così sarebbe stato difficile anche per Jorge, è l’esempio di quanto sia maturato. 

Ad Aragón, Marc ha raggiunto i 200 GP. Prima di andare in stampa ho visto sui social che tanti amici elogiavano i suoi numeri: 78 vittorie, 129 podi e 3201 punti conquistati. Vale la pena ricordare (e l’abbiamo fatto su questo numero) che i numeri di Rossi, alla stessa quota, erano sensibilmente migliori: 91 vittorie, 142 podi e 3509 punti. Importante farlo, soprattutto quando la memoria di noi addetti ai lavori, di tifosi e appassionati fa cilecca.   Dimenticare la storia è comune a molti, purtroppo. E non soltanto a livello sportivo. Vale la pena ricordare anche che Marquez ha dalla sua l’età e il talento per fare meglio. Non soltanto di Rossi. Angel Nieto e il mito Giacomo Agostini sono nel mirino. A dirla tutta, sportivamente parlando, sarebbe ancora più bello se riuscisse a raggiungerli guidando una Yamaha, una Ducati o una Suzuki. O, perché no, un’Aprilia.

Iscriviti alla newsletter

Le notizie più importanti, tutte le settimane, gratis nella tua mail

Premendo il tasto “Iscriviti ora” dichiaro di aver letto la nostra Privacy Policy e di accettare le Condizioni Generali di Utilizzo dei Siti e di Vendita.

Commenti

Loading

IL BOX DEL DIRETTORE - UN NUOVO SITO AL PASSO CON I TEMPI

Nasce il nuovo motosprint.it: più intuitivo nella navigazione, leggibile nei testi e chiaro nell’impostazione delle varie sezioni

Box del direttore: DESTINAZIONE MOTOGP

I due protagonisti del round di Misano e della Superbike verso un futuro nel Motomondiale. Chi prenderà il loro posto nelle derivate di serie?
Motosprint
Motosprint
Motosprint

Insieme per passione

Abbonati all’edizione digitale e leggi la rivista, gli arretrati e i contenuti multimediali su tutti i tuoi dispositivi.

Abbonati a partire da 21,90

Abbonati

Sei già abbonato?Accedi e leggi